
Nasce da un sodalizio professionale questo libro su Barsento. Incarico professionale alquanto sottovalutato all’inizio da noi due progettisti.
Santa Maria di Barsento è una piccola chiesa rurale che negli anni ottanta del secolo scorso era bisognevole di lavori di manutenzione straordinaria e che doveva essere gestita quasi in contemporanea con l’altro cantiere che interessava la Chiesa Matrice di Noci che a noi sembrava più impegnativo dal punto di vista sia strutturale che storico. Ma il sito in cui insiste il piccolo edificio è un luogo magico.
Ne fummo sin dall’inizio coinvolti. Sin dai primi rilievi e dai primi studi sulla sua storia fummo come catturati dall’enigma evolutivo che le mura nascondevano.
Ma incredibilmente, pian piano, queste ultime si sono svelate, hanno raccontato la loro storia, hanno voluto partecipare alla narrazione della loro evoluzione.
E’ stato come se, per anni, per secoli anzi, la fabbrica abbia accettato le trasformazioni, le mortificazioni strutturali, le rinascite, con rassegnazione, e poi, all’improvviso, abbia deciso di reagire, di volersi prendere una rivincita, raccontandosi, svelandosi.
Con l’andar del tempo l’attrazione per quel luogo è diventata per noi fortissima.
Ogni volta che andavamo in cantiere era come andare in un luogo familiare dove qualcuno ci aspettava per raccontare la sua storia. Ogni pietra così rovinata era presente, ci dava certezze.
Le mura di S. Maria di Barsento sotto gli intonaci ammalorati erano lo scheletro vivente di un vecchio saggio che voleva rivelare ai posteri la storia di una vita secolare da tramandare. Quella storia l’abbiamo ascoltata con devozione e rispetto, per questo siamo stati premiati.
La scoperta archeologica è stata determinata dal sussurro di quel vecchio, dalla musica dolce degli antichi canti ritornati dall’etere per rendere credibile la sacralità di un luogo protetto dai muretti a secco e dalla macchia mediterranea, in eterna ed atavica compagnia degli animali in pascolo, dei pastori non più solitari ed anche della saltuaria visita dei vacanzieri domenicali.
Abbiamo riflettuto a lungo sull’opportunità di scrivere questo libro, perché avrebbe richiesto molto impegno per i suoi approfondimenti. Ma alla fine abbiamo convenuto che pubblicarlo sarebbe servito in seguito a chi, per motivi di studio, avrebbe avuto la curiosità e la voglia di continuare la nostra impresa.
Abbiamo ritenuto che fosse fondamentale proporre uno studio non dedicato solo all’edificio sacro, ma che fosse onnicomprensivo degli aspetti geomorfologici del sito su cui insiste.
Un edificio sacro non nasce mai solitario, ma è posto in un contesto dove l’uomo ha fatto sentire la sua presenza con insediamenti precedenti e con collegamenti viari. Era impossibile parlare di S. Maria di Barsento senza studiare il territorio circostante e quello della Murgia dei Trulli in continua evoluzione attraverso i secoli. Per questo, attenzione è stata posta agli insediamenti, dai villaggi capannicoli alla colonizzazione romana, alla viabilità romana e preromana ed allo stesso casale medioevale di Barsento attraverso le sue dinamiche evolutive.
Un capitolo specifico è stato dedicato alla Chiesa in quanto tale, analizzando solamente documenti certi già pubblicati e atti da noi ricercati nell’Archivio di Stato di Bari e nell’Archivio Capitolare della Chiesa Matrice di Noci, tralasciando notizie non supportate che ci sono state tramandate dalla storia locale. Interessante la configurazione del paesaggio rurale sei-settecentesco che deriva dalla lettura degli atti citati.
Uno studio approfondito è stato fatto inquadrando la Chiesa, in quanto luogo di culto, in funzione delle forme di popolamento ed, in quanto chiesa rurale, in rapporto al diffondersi del Cristianesimo, studiandone la configurazione strutturale.
Tutto questo è servito, in via preliminare, ad interpretare più correttamente la genesi della chiesa attraverso i saggi derivanti dalle campagne di scavo, dalla lettura dell’analisi puntuale dei paramenti murari e dei lavori di restauro da noi diretti.
La stessa cura è stata riservata al corpo di fabbrica annesso alla Chiesa studiandone la genesi e la funzione.
Un capitolo è stato dedicato alle tombe rinvenute durante gli scavi effettuati nel periodo in cui si svolgevano i lavori da noi condotti come anche, per quanto riguarda l’apparato pittorico, un approfondimento è stato fatto soprattutto per gli affreschi riguardanti le absidi, da cui scaturisce la datazione presumibile della loro esecuzione, utile, in particolar modo, ad individuare le vicende storiche che hanno segnato l’evoluzione strutturale della costruzione.
